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"Per sapere dove spira il vento della filosofia, non occorre osservare le querce, bensì le canne". Così recita un vecchio detto. G. C. Storr e J. F. Flatt intervengono sulle opere di Kant, all'indomani della loro pubblicazione, contribuendo a diffonderne le idee tra i loro contemporanei e i loro "promettenti" allievi di Tubinga, come Hegel e Schelling. Il volume, curato da Enrico Colombo, presenta alcuni scritti di Storr e di Flatt, lodati da Kant: sono un esempio di lettura intelligente dell'etica e della filosofia della religione kantiane e di una prima ricezione tra gli intellettuali tedeschi di fine Settecento.