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Nel Padre nostro diciamo: «Non abbandonarci alla tentazione». È giusto esprimersi così? Oppure la formulazione tradizionale - «Non ci indurre in tentazione» - dovrebbe restare, come provocazione per il nostro modo di pregare e di pensare? La posta in gioco è delicata. Le voci degli esperti chiamate a raccolta in questo libro consentono di riconsiderare criticamente l'attestazione biblica, di approfondire il senso dell'agire di dio nella storia e il senso della richiesta d'intervento del Padre che l'uomo avanza nella preghiera, di sottoporre ad esame la prassi liturgica, di testare le relazioni ecumeniche. Che cosa vuol dire propriamente "tentazione"? Che cosa significa esservi "indotti" da Dio? Come va compresa questa strana richiesta del Padre nostro formulata in termini negativi? Si tratta di riscoprire l'Oratio dominica - "la preghiera del Signore" per eccellenza - per noi che vogliamo manifestare la nostra fede, la nostra speranza e la nostra carità.