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Molti oggi hanno paura della solitudine: non si sentono davvero vivi se non sono continuamente attorniati da altra gente. paura del silenzio? La solitudine, però, può essere anche una benedizione. Se non la si confonde con un arido isolamento e con la terribile assenza di contatti sociali, la capacità di stare soli con se stessi è un elemento centrale di ogni percorso spirituale: senza momenti in cui stare soli non esiste una vera relazione con Dio, né si riconosce con sincerità chi si è realmente. «A chiunque di noi capita di fare l'esperienza di essere soli. Non di rado, proviamo anche un senso di solitudine. Dipende da noi, però, il modo in cui vivere quella solitudine che è necessariamente legata al nostro essere persone. Spetta a noi scegliere se lamentarci e sprofondare sempre di più nello sconforto, oppure se farne una opportunità per tornare in sintonia con noi stessi, per farci una cosa sola con tutto ciò che esiste: con Dio, con l'umanità e con l'intero creato. Ed è in nostro potere rimanere arenati nella ribellione contro la solitudine, e quindi isolarci, oppure vivere la nostra solitudine come una fonte da cui attingere. Allora noi vivremo la solitudine come una realtà preziosa che ci mette a contatto con la ricchezza del nostro animo» (Anselm Grün).