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Il primo movimento della preghiera è l'ascolto. Ascolto di una Parola che viene da lontano, ma che è rimasta viva e feconda. Ascolto di una Parola che si è fatta carne in Gesù e ha manifestato l'amore con i gesti e con il dono di sé, fino in fondo. Contenuta nella sacra Scrittura, questa Parola rischia talvolta di rimanere prigioniera del testo stesso. Comprenderla, certo, è importante. Ma non basta. Dietro la Parola, infatti, c'è Uno che parla, che rivela se stesso perché cerca di stabilire con gli uomini un'alleanza fidata e duratura. Ecco perché proviamo il desiderio insopprimibile di rispondergli e azzardiamo un "Tu" che riconosce come Egli sia vivo e raggiungibile. È l'esperienza che può avvenire ad ogni eucaristia ed è in quel contesto che sono nate queste preghiere. Portano in sé la traccia indelebile della fede e della sensibilità di chi le ha scritte, ma anche il gusto, il sapore di una comunità cristiana con la quale per tanto tempo si è celebrata l'eucaristia della domenica e insieme alla quale ci si è trovati attorno alla parola di Dio, portando gli interrogativi e i problemi che sgorgano dalla vita quotidiana.