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Un'introduzione chiara e didatticamente efficace alla cristologia. Basandosi sulla convinzione che nessuno può essere conosciuto prescindendo dalle relazioni che ha vissuto con l'ambiente di appartenenza e dall'influsso che ha esercitato sul medesimo ambiente, l'opera prende avvio dalle attese di salvezza presenti nell'ebraismo precedente e contemporaneo a Gesù per mostrare come queste, pur costituendo il quadro di riferimento interpretativo a disposizione dei discepoli, subiscano una radicale trasformazione, data l'eccedenza del personaggio di fronte al quale i medesimi discepoli e il popolo ebraico si trovarono. Il lettore vede così dipanarsi l'enigma di una vita che si distanzia sempre più dalle attese dei contemporanei e che trova il suo momento cruciale nella morte violenta, la quale sfocia però nel risuscitamento da parte di Dio. A partire da qui si snoda il processo di rilettura della vicenda del profeta di Nazareth da parte delle comunità cristiane sia del primo secolo sia dei secoli successivi, attraverso modelli concettuali e linguistici tipici dell'ambiente, che tuttavia solo lasciandosi modificare riescono a dire la verità di Gesù Cristo. Questa viene illustrata nella parte sistematica partendo dal dato fenomenico più immediato, l'umanità di Gesù, per giungere alla considerazione della sua identità ultima di Figlio di Dio. Lo studente arriva pertanto a comprendere il significato delle formule di fede sull'umanità e sulla divinità di Gesù, non prendendo avvio da una nozione previa di umanità e di divinità, bensì apprendendo che l'una e l'altra vanno comprese in riferimento a Gesù: è lui nella sua vicenda che dice il significato di ambedue. In tal modo la vicenda di Gesù si propone come criterio per conoscere sia Dio sia l'uomo.