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Al centro della fede cristiana si situa la confessione del Dio unitrino. Nel suo nome il cristiano viene battezzato e a Lui si rivolgono innumerevoli preghiere. Eppure salta agli occhi il fatto che nella teologia e nella coscienza di fede la Trinità sembra oggi rappresentare solo una specie di sacro relitto, ugualmente distante dalle attuali dispute teologiche come pure dalla vita reale e dai suoi problemi. Basterebbe qui citare le parole di Kant: «Dalla dottrina della Trinità... non si può in definitiva ricavare nulla di pratico». Ma anche le parole di Karl Rahner: «Si può avere il sospetto che per il catechismo della testa e del cuore (a differenza del catechismo stampato) la concezione del cristiano riguardo all'Incarnazione non dovrebbe affatto cambiare, se non vi fosse alcuna Trinità». A fronte di ciò l'Autore mostra che la fede cristiana può essere concepita e vissuta nel suo insieme e in tutti i tuoi settori, solo se Dio non viene concepito come una unità monarchica, bensì come Communio, ovvero come comunione di tre persone, la cui unità è costituita dall'unità del reciproco amore. L'autore mostra inoltre - il che non è mai stato tentato in forma così esaustiva - che la confessione del Dio unitrino non ha significato solo per la fede, ma è anche una chiave per comprendere e superare tutto ciò che concorre a determinare la vita: anche in questi casi la fede nel Dio unitrino dischiude prospettive nuove e sorprendenti.