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L'Italia è seduta sull'orlo di due vulcani: uno fisico, l'altro finanziario. Se e quando il Vesuvio esploderà, quanto costerà la ricostruzione e chi pagherà le conseguenze di una catastrofe annunciata? L'altro cratere che rischia di esplodere è la voragine del debito pubblico, pari ufficialmente a circa il 107 per cento del Prodotto interno lordo, ma che raggiunge almeno il 120 per cento considerando anche il debito sommerso costituito dai crediti d'imposta, da spese non contabilizzate e dal rinvio dei trasferimenti e dei pagamenti dello Stato. Un giornalista e un economista "scomodo" si interrogano sul futuro del paese con un'inchiesta a tutto campo sulle cause dei mali che lo affliggono (a cominciare dalle origini del debito pubblico) e le strategie necessarie per avviare un risanamento duraturo. Emergono verità che pochi osano ammettere pubblicamente. Ma niente in economia è insolubile; il vero problema è chi pagherà per le riforme necessarie: poiché nessuno è disposto a rinunciare alle posizioni conquistate, il rischio di finire su un piano inclinato si fa sempre più vicino. Un gioco di specchi fra ieri e oggi per riflettere sulle cause endogene che portarono alla fine della floridezza di Comuni e Signorie e su quelle che, a distanza di secoli, rischiano di farci retrocedere nella serie B dei Paesi industrializzati. Il libro traccia, con una visione superpartes, il quadro reale indicando le possibili vie di uscita.