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"Mi accingo a scrivere con un senso di inquietudine. A chi possono interessare le memorie di un letterato mancato? Cosa può esserci di istruttivo nella sua confessione? Del resto, anche la mia vita è priva di tragicità esteriore. Sono assolutamente sano. Ho una famiglia che mi ama. C'è sempre qualcuno disposto a darmi un lavoro che mi garantisca una normale sopravvivenza biologica. Sono stato sposato due volte, entrambe felicemente. Infine, ho un cane. E questo è persine un vezzo. Ma allora perché mi sento sull'orlo di una catastrofe fisica? Da dove mi viene questo senso di irrimediabile inettitudine alla vita? Qual è la causa della mia angoscia?". Il racconto del lento e progressivo fallimento della carriera di scrittore che Dovlatov subì in una Russia sovietica.