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L'ultimo grande imperatore degli Asburgo, il cui persistente mito tramanda la malinconia di una civiltà, la civiltà mitteleuropea - la musica, la pittura, il pensiero, una certa lenta dolcezza del vivere - è interpretato in questa ricostruzione biografica come qualcosa di più del tradizionale crepuscolo di un mondo. È visto anche come la coscienza di quel crepuscolo, trasfigurazione di una sorta di autocoscienza finale dell'Europa, che abbandonando l'Ottocento si lascia alle spalle il suo secolo. Salito al trono nel 1848 dopo la repressione dei moti liberali, Francesco Giuseppe fu l'espressione dell'autoritarismo monarchico che si opponeva all'affermazione delle nazionalità. Attraverso la vita dell'ultimo grande imperatore degli Absburgo, il tramonto di un'epoca e la fine di una dinastia.