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Il decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39 (d'ora innanzi "decreto") costituisce uno degli interventi più attesi nel processo di attuazione della recente normativa c.d. "anticorruzione" nella pubblica amministrazione (L. 190/2012); la normativa interessa la materia degli incarichi di responsabilità amministrativa di vertice, sia elettivi che di nomina, conferiti dalle pubbliche amministrazioni, dagli enti pubblici e da soggetti di diritto privato in controllo pubblico o comunque finanziati o vigilati da pubbliche amministrazioni, siano essi ammantati della veste societaria, associativa o fondazionale. L'impianto, peraltro, si presenta estremamente vasto, complesso ed articolato, determinando difficoltà interpretative di non scarso momento, sia con riferimento all'individuazione dei corretti confini della sua applicabilità soggettiva sia in relazione all'esatta latitudine oggettiva degli incarichi interessati dai vincoli e dai divieti posti. L'estensione applicativa della norma risulta imponente, pervasiva e finanche sproporzionata rispetto a talune forme di divieto, in relazione alle quali i primi provvedimenti ermeneutici della CIVIT intervengono a supplire carenze testuali sulle quali il legislatore dovrà, prima o poi, porre nuovamente mano.