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Nei contesti locali italiani sono attive collaborazioni tra entità pubbliche, private e di terzo settore finalizzate a realizzare servizi alle persone e azioni pro-sociali spesso in un quadro di relazioni sussidiarie. Questi processi reticolari e ciò che da essi si genera in termini di interventi e prestazioni sono stati oggetto di una indagine sociologica di tipo qualitativo commissionata dall'Agenzia per le Onlus di Milano al Centro di Ateneo Studi e Ricerche sulla Famiglia dell'Università Cattolica di Milano. In essa sono stati realizzati cinque studi di caso riguardanti differenti processi collaborativi in partnership. I partenariati analizzati si qualificano come "buone pratiche" in quanto presentano una elevata flessibilità progettuale, stretta prossimità ai bisogni sociali, capacità di innovazione sia organizzativa sia culturale, connotazioni di riproducibilità e efficacia. Emerge, in sintesi, che l'attivazione di circuiti di relazionalità stabile e condivisa risulta essere cruciale per la produzione di capitale sociale, cioè di quel fondamentale elemento di connessione tra attori, che consente di realizzare servizi di eccellenza e azioni adeguate anche in contesti rischiosi.