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Attualmente la progettazione architettonica sembra interessata non solo allo spazio e alla forma, ma soprattutto a tutto ciò che nello spazio accade: persegue un'estetica aperta e mutevole, un "paesaggio di azioni" in cui i comportamenti dei fruitori assumono un valore estetico. La celebrazione del vivere urbano e delle ritualità quotidiane, che vengono innalzati ad una dimensione "spettacolare", partecipano così alla definizione compositiva dello spazio. In questi progetti, costantemente mutevoli e godi in "quell'unico istante", prevale dunque la dimensione temporale; in tal senso l'architettura si avvicina ad espressioni quasi performative ed è manifestazione di una nuova estetica del momentaneo. I fruitori recitano, inconsapevoli, la parte di un copione aperto: è una "nuova teatralità", spontanea, che si afferma all'interno di una società in cui media, spettacolo e realtà vivono frammisti, ed in cui i progetti si configurano sempre più come scene in movimento, moderne "composizioni narranti".