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Parlare di smaterializzazione dei luoghi di lavoro, di spazi non definiti, flessibili o di ufficio per nomadi non vuol dire assenza di progetto o perdita di ruolo dell'architettura. La contemporaneità sta mettendo in evidenza zone ignote, misteriose, non razionalizzabili, sosteneva Ettore Sottsass. "L'attenzione di chi disegna forse dovrebbe essere rivolta a capire che cosa sono queste zone e a studiare tecniche per conviverci, non per risolverle". Questo testo affronta le zone grigie dando un nome alle dinamiche spaziali e organizzative del lavoro contemporaneo. Illustra una metodologia in grado di orientare le società che devono ridisegnare i propri ambienti di lavoro. Evidenzia una pista progettuale attenta ai fattori percettivo-sensoriali. L'obiettivo è realizzare uffici per lavoratori forse nomadi, ma compresi nelle loro nuove esigenze e sostenuti nella loro attività da spazi non asettici. Più che luoghi di lavoro per tutti, potremmo dire, spazi di lavoro per ciascuno. Il testo è multidisciplinare. Per progettare i nuovi uffici dell'innovazione qui si confrontano architetti, designer, psicologi e neurologi.