Tab Article
Sono ancora attuali oggi, a vent'anni dalla scomparsa, i valori che ha testimoniato Benigno Zaccagnini? Una lettura non facile perché in Zaccagnini c'era il politico, disponibile all'ascolto, l'uomo toccato dalle sofferenze, il cristiano attento al Concilio Vaticano II, il profeta inascoltato, che guardava oltre il presente, senza dimenticare il passato. Il Card. Ersilio Tonini, il suo ultimo Vescovo, ha voluto chiamare a Ravenna per una riflessione Mons. Giancarlo Bregantini, Arcivescovo di Campobasso, per sottolineare quella unità interiore tra fede ed impegno nel temporale, in cui Zaccagnini riteneva poggiasse l'autonomia dei laici non dalla Chiesa, ma nella Chiesa, poi gli amici Guido Bodrato, Bruno Tabacci, Dario Franceschini, accanto a Massimo D'Alema, la cui storia familiare si intrecciò con quella di Zaccagnini, e a Pierluigi Bersani, che nel suo intervento ha saputo cogliere, dalla vita e dalla testimonianza del politico faentino, due grandi lezioni, quella della laicità e quella dell'uguaglianza. Arricchiscono il volume la testimonianza di Livia Zaccagnini sui «valori respirati in casa», che ci presenta il "babbo", attento ai figli ed alla famiglia, l'intervento del Card. Tonini, che rende evidente il «bisogno di santi» proprio dei nostri tempi, e l'omelia dell'Arcivescovo di Ravenna, Mons. Giuseppe Verucchi, incentrata su Zaccagnini, «l'uomo dove non c'è inganno ». Domenico Rosati nella postfazione ha cercato di cogliere il desiderio dei vari interlocutori di non disperdere i valori che la biografia di Zaccagnini ci tramanda. Aldo Preda, nell'introduzione, risponde alla domanda «Cosa resta di Zac?» richiamando quanto il politico ravennate scriveva a Giorgio La Pira: «[...] mi richiamo, come tu spesso ami fare, a una frase di Teilhard de Chardin: "Il passato mi ha rivelato la costruzione dell'avvenire" e la riferisco alla situazione storica di oggi». «Caro Zaccagnini - rispondeva La Pira -, sì, questo non è il momento delle debolezze e delle incertezze, è il momento del coraggio [...]. Tu mi inviti a riprendere il progetto della casa comune che noi costituenti concepimmo con una architettura armonica e, in un certo senso, unica e originale».