Tab Article
Il libro costituisce uno studio sistematico sulla componente politico-giuridica del pensiero pascaliano. L'interpretazione non ricalca i percorsi tradizionali della letteratura sull'autore dei Pensieri, ma tenta una strada diversa e nuova, la cui direzione consiste nel situare la riflessione politica di Pascal entro il contesto della politica moderna e nel valutare la portata di tale riflessione sullo sfondo del progressivo delinearsi di quella che è stata definita la «macchina politica della modernità». Ne emerge la figura di un Pascal allo stesso tempo debitore e critico delle categorie del moderno e in cui l'apertura alla dimensione della trascendenza nel senso cristiano-cattolico consente di misurare i limiti del processo di secolarizzazione che investe la prassi e il pensiero politici in quello scorcio storico-culturale decisivo che è il Seicento. Pascal è messo in dialogo - oltre che con i maggiori rappresentanti di Port-Royal (Arnauld, Nicole, Domat) - con altri autori, tra i quali Machiavelli, Hobbes, Spinoza, Locke, Rousseau, Marx, che rappresentano punti di orientamento non eludibili se si intende vagliare, dal punto di vista teoretico, il nesso tra religione, storia e politica, tema che rappresenta uno dei fili conduttori del lavoro. È stato ovviamente necessario condurre a fondo l.esame dei temi più noti del pensiero pascaliano (il divertissement, le dinamiche dell'amor proprio, la vanità del mondo, la funzione della «figura»).