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«Espressioni artistiche della contemporaneità Quando parliamo di bellezza non intendiamo riferirci ad una realtà, ma a quella sensazione che nasce da una sensibilità che trasforma alcuni aspetti della vita in condizioni positive, che pongono l'individuo in uno status di benessere assoluto e che, anche solo per lo sprazzo di tempo in cui abbiamo percepito quella emozione, appagano, consolano e danno sollievo. Si tratta di sensazioni intense, coinvolgenti, momenti misteriosi e sublimi, che riescono a creare, nella loro fuggevolezza, un significato positivo all'esistenza. L'arte fa i conti con la bellezza. Se intendiamo, quindi, il bello come sensazione, come esperienza di vita, l'arte diventa una componente essenziale dell'umanità e, nelle sue molteplici espressioni, è da considerare, forse, come il prodotto di valenza più assoluta che l'uomo possa aver mai concepito. Le emozioni create dall'arte si trasformano in esperienza estetica, dando all'uomo un motivo per credere ancora che la vita, comunque ed in ogni caso, ha un valore inestimabile e può essere bella. E questo è vero anche quando l'opera d'arte nasce da tensioni spirituali irrisolte; queste, infatti, non riescono a togliere il valore salvifico e conoscitivo proprio dell'arte, poiché è la sua stessa essenza che trasmette un profondo senso di equilibrio, una magica armonia alle differenti forze in conflitto. "Il cuore dell'arte non è negli oggetti, ma è nel nostro sguardo, nel nostro modo di percepirli. Gli oggetti servono a costringerci a rientrare in noi e a cogliere in noi quelle infinite possibilità che sono latenti, possibilità di accensione, possibilità di emozione, che sono nascoste, ma pronte ad emergere e che per l'appunto l'arte ha il compito di attivare". Se la distinzione è fondamentale, non meno importante è la connessione tra queste due disposizioni, la morale e l'artistica. Esse si condizionano reciprocamente in modo profondo. Nel realizzare un'opera, l'artista esprime di fatto se stesso a tal punto che la sua produzione costituisce un riflesso singolare del suo essere, di ciò che egli è e di come lo è. L'artista, infatti, quando plasma un capolavoro, non soltanto chiama in vita la sua opera, ma per mezzo di essa, in un certo modo, svela anche la propria personalità...» (Dall'Introduzione di Mario Guderzo)