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Alberto Sana, curatore delle opere di Tommaso, ricorda gli inizi di quell'analisi linguistica: «Mentre procedevo nella lettura, mi resi conto di avere a che fare con un personaggio quanto meno singolare: pastore analfabeta fino all'adolescenza, frate laico e questuante poi, animato da un tale fervore amoroso verso il suo Dio da lasciare senza fiato. Gli scritti erano linguisticamente scorretti, ma profondi e ispirati». Quale sottotitolo porre al volume, per riassumere al meglio la singolarità e la grandezza di Tommaso? A suggerircelo è stato il suo migliore amico, il medico Ippolito Guarinoni, con la sua biografia: «Mentre fra Tommaso, cappuccino amante di Dio, conversava con me di cose divine [...], pronunciò totus ardens queste parole: "La nostra santa fede è cossi certa e cossi vera, che io non più la credo, ma la so"».