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La costruzione storiografica dell'Italia è un problema controverso e di lunga durata: la nostra storia, su cui ci si è interrogati fin da Umanesimo e Rinascimento, è quella di una struttura plurisecolare fatta di un insieme di piccoli Stati unificati solo nel 1861. Le diverse interpretazioni della storia italiana mettono in evidenza soprattutto due elementi: la dipendenza dai contesti e dallo spirito del tempo in cui quelle interpretazioni hanno visto luce e la maggior vivacità del dibattito nelle congiunture di crisi. Non a caso il periodo fascista, con cui il libro si apre, può considerarsi l'epoca più vivace della nostra storiografia del Novecento, che vede tra i suoi protagonisti Gioacchino Volpe, Benedetto Croce, Arrigo Solmi, Luigi Salvatorelli. A seguire: la crisi del 1943, il dopoguerra, la pubblicazione degli scritti di Antonio Gramsci, le storie di Giorgio Candeloro e Giuliano Procacci, quelle degli editori Einaudi, Teti e Utet. Un'opera che, evidenziando continuità e cesure nella pluralità di visioni, ricostruisce la memoria e l'identità della nazione nell'intreccio tra biografia intellettuale degli autori e vicende di alcune delle imprese editoriali più importanti della cultura italiana.