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Nel clima culturale dell'immediato dopoguerra, dominato dall'inquietudine degli esistenzialismi, il breve trattato sostiene che la filosofia dell'essere espressa da Tommaso d'Aquino possiede un diritto originario a fregiarsi del titolo di "esistenzialismo metafisico". Essa celebra l'esistente nell'affermazione del legame indissolubile tra ente, essenza e atto di esistere, che permette di fondare l'ontologia su un'intuizione originaria dell'essere nella quale sono compresi l'astrazione dei significati e il senso della loro immersione concreta nell'esistenza. Ciò permette a Maritain di coniugare, come raramente accade nei pensatori del XX secolo, dottrina dell'essere e meditazione esistenziale, tematizzando qui il rapporto tra tempo ed eternità, il nesso tra libertà increata e libertà creata, la predestinazione e la questione del male. La concisione e lo stile icastico fanno di questa presentazione, fra le più suggestive e acute delle questioni relative all'essere e all'esistenza in seno alla filosofia tomista, un classico.