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Il mito vedico della acque primordiali - che prende il nome dal dio Apam Napat - non rappresenta solo la cosmogonia dell'origine del mondo, ma è la cifra della storia religiosa e culturale dell'Antico Oriente. Apam Napat è un nume senza volto, una realtà senza consistenza, un essere senza identità, ma è anche l'anima del mondo, l'acqua da cui tutto nasce e a cui tutto alla fine ritorna. Costituisce il momento più alto di una visione di carattere simbolico e religioso, capace di mostrare la veridicità del mito nello spazio trascendentale che supera la scissione fra soggetto e oggetto, sacro e reale. Il mito è una narrazione che può essere diversamente interpretata - in chiave fenomenologica e ermeneutica - ma in esso è possibile sorprendere una validità universale che, nella prospettiva della storia comparata delle religioni, prende il nome di ciò che Rudolf Otto chiama senso - o apriori - religioso.