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L'idea di una "storia costituzionale" va a definirsi in queste pagine non in senso giuridicamente formale, ma nella sua materialità, incrociando quell'insieme di elementi della vita in comune degli uomini che ne definiscono l'origine e la destinazione. Filo rosso del pensiero politico e giuridico moderno, il "costituzionalismo" è qui scrutato da una zona di confine: c'è la ricostruzione dei momenti decisivi della modernità (l'affermarsi dei diritti-doveri dell'uomo, il concetto di Stato, le istituzioni...) e delle sue categorie (ideologia, consenso, dottrina, disciplina, legittimazione, costituzione...), ma insieme v'è anche la capacità di leggere i fatti e i modelli proiettandoli nella storia dei loro effetti politico-sociali, vale a dire nella loro capacità di cambiare il mondo. I tentativi di trovare forme di legittimazione del potere, soprattutto ricorrendo allo ius publicum europaeum, scrivono la storia del Novecento occidentale; un fenomeno qui osservato da tre diversi punti prospettici: i soggetti coinvolti nel progetto costituzionale dello Stato moderno; l'idea di politica come servizio; l'apporto della scienza alla svolta moderna. Un intreccio dove i meccanismi di legittimazione del potere, pur variando i soggetti in gioco, si evolvono sino ai nostri giorni, mostrando inaspettate affinità con la loro antica origine.