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Il titolo - TeorEtica - allude fin da subito alla posta in gioco: ridefinire i rapporti tra pensiero e azione, tra teoresi ed etica. Se nelle tradizioni filosofiche per lo più queste sfere sono state separate o addirittura opposte, pensandole fino in fondo non si trova un implicarsi reciproco che impone una loro ridefinizione? Di qui la rivisitazione di luoghi classici sui princìpi primi - in Aristotele, Anselmo, Cartesio, Kant, Hegel, Heidegger per mostrare come in essi l'impensato sia proprio il concetto di relazione: il coinvolgimento del soggetto nella teoria e nella decisione morale. Coinvolgimento che significa responsabilità del pensiero perché è sempre, più o meno consapevolmente, scelta di un'azione. La filosofia, in tal modo, è un'"etica della relazione", dove il filosofare, in quanto offerta di senso, è esso stesso un agire: "da ciò nasce il progetto di una TeorEtica: l'esposizione di un pensiero che si fa nel suo fare coinvolgente". Una filosofia che - andando oltre gli sterili dualismi di ermeneutica e razionalismo, continentali e analitici - invita il lettore a ripensare il suo abitare il mondo.