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Il volume intende giocare esplicitamente la relazione maschile/femminile nel confronto fra religioni, scegliendo come campo di indagine specifico la correlazione fra poteri e saperi. Potremmo dire si sia seguito, sia pure implicitamente, il suggerimento di Anna Scattigno: "un passo avanti per restituire allo studio dell'esperienza religiosa delle donne un approccio meno ideologico, oltre la realtà ormai individuata e descritta di una costante tensione tra discorsi normativi e pratiche di mediazione o trasgressive, potrebbe essere l'approfondimento della cultura e del sapere religioso delle donne". La struttura del volume riflette la volontà di contribuire, con un approccio comparatistico e multidisciplinare, ad approfondire temi ben presenti nella storiografia, a partire dalle motivazioni antropologiche, sociali, teologiche, che sono alla base della diversità, complementare o conflittuale, e di conseguenza a una diversa trasmissione dei saperi e a una diversa conoscenza della realtà, a un diverso esercizio di poteri, a pratiche spirituali e comportamentali differenziate, ma spesso interrelate, all'interno o all'esterno delle istituzioni ufficiali delle religioni monoteiste come pure nelle religioni antiche, orientali, africane, afro-americane.