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L'adesione di Libera alle vicende del Gruppo 7 e alle successive manifestazioni del Miar e la committenza di importanti lavori, lo collocano nel contesto ambiguo delle sperimentazioni italiane a cavallo tra il terzo e il quarto decennio del XX secolo. La sua posizione si colora tuttavia di una fondamentale attitudine interdisciplinare testimoniata dal complesso palazzo dei Congressi, ove progetta pareti "costruite" a mosaico, mentre nella sintesi mediterranea e purista di villa Malaparte si rispecchia la sua attitudine a un componimento per sospensioni metafisiche e alla rivitalizzazione simbolica del mito classico. Questo volume sottolinea volutamente la connessione tra architettura e arti figurative e fa emergere nella visione teorico-poetica di Libera il carattere di assoluta essenzialità, indagando passo passo il processo creativo in tutte le sue relazioni con le dinamiche culturali del Novecento e del secondo dopoguerra.