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Per i suoi cinquant'anni di attività non ha voluto fare una mostra diligente e celebrativa, con un ufficiale "catalogo generale delle opere" ma poiché è una figura ostinatamente attiva, non noioso collezionista di se stesso, ma maestro della sorpresa figurale per l'occasione ha approntato un lavoro denso e compatto e tutto riferito alle culture cosiddette "basse" e ai repertori figurativi popolari, etnici se non addirittura folklorici. Grafico per professione ma sperimentatore d'indole, si è cimentato nella sua lunga carriera in progetti nazionali e internazionali, non tradendo mai la formazione d'origine - dalla romanità archeologica di Aosta, alle tradizioni culturali e popolari della Valle - ma arricchendo di stimoli e suggestioni anche d'oltralpe il proprio bagaglio di grafico ma anche pittorico e di design.