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«... Questi temi e bisogni e sentimenti sono materia e spinta della raccolta poetica di Nicola Romano che, della sua sici-lianità, porta la luce piena e le fittissime ombre, la spossante malinconia e l'intensità degli affetti, l'ironia affilata e i goduti sarcasmi. Tra il niente, di continuo minacciato dal pensiero cogitante e la menzogna che in quella minaccia s'addensa e si logora, la parola della poesia pone la grazia dell'essere, dello stare. Se l'epigrafe di Calvino avverte su un sogno di assolutezza che ammala l'uomo e lo rende incerto e insicuro di quanto gli tocca e gli preme, Romano conduce chi legge - nei versi brevi e ritmati, negli scorci del mare e delle campagne, nel flusso dei ricordi, nelle assolte segretezze - a un teatro di verità che vince sul niente e sulla menzogna...» (Dalla prefazione di Elio Pecora)