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«...Confrontando questa ultima straordinaria pubblicazione poetica con le precedenti, non potrei non dire che in essa il discorso poetico si dilata e si snoda in sequenze che si intrecciano le une alle altre in vertiginose ascese e discese tematiche ma nel solco di una mirabile unità espressiva e narrativa che dà anima a una lettura febbrile e ininterrotta: sono testi lirici che non si possono non leggere senza sosta, nello stupore del cuore, dalla prima alla ultima composizione poetica. Dalla memoria, dall'archivio della memoria, i ricordi sgorgano nelle loro penombre e nelle loro luci abbaglianti, le une e le altre intessute di dolore e di angoscia indicibili, di parole scheggiate e imprevedibili, di silenzi impenetrabili, e questo nel roveto ardente di narrazioni che immergono il passato nel presente, in un presente nel quale si riflette un passato che continua a vivere nelle sue metamorfosi e nei suoi sconfinati adombramenti... Dalla lettura di questi testi si esce quasi storditi dalla loro sconvolgente profondità, e dalla loro vibrante testimonianza della fecondità inappagata e straziata delle composizioni poetiche di Daniele Cavicchia che, bruciando ogni convenzionalità, ci avvicinano al mistero del dolore, e ai suoi imprevedibili orizzonti di senso.» (Dalla prefazione di Eugenio Borgna)