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«Uno strano sgomento mi prende a legger le poesie di Serena Maffìa. Come se ogni volta mi trovassi dinanzi a qualcosa di selvatico e violentemente inquieto, capace di gesti rapaci e di altrettanto improvvise tenerezze. Una poesia non addomesticata, verrebbe da dire. E non solo da parte delle più consuete linee della poesia italiana, sospesa spesso tra esaurimenti mentali, piccoli cabotaggi di arguzia linguistica e biografismo da telefilm rai, bensì non addomesticata dalla autrice medesima. Insomma come se quei fogli che ti lascia da leggere fossero irriducibili. La Maffìa è scrittrice generosa, in versi, in prosa narrativa e in pièces teatrali. E dipinge. Tutte queste cose troverete nelle pagine che seguono...» (dalla prefazione di Davide Rondoni)