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Anche dopo gli anni della grande crisi l'Italia rimane un grande paese industriale. Il secondo in Europa. Ma questo non è garantito per sempre. Occorre riflettere su politiche pubbliche e strumenti che possano difendere e rafforzare il ruolo del nostro paese come grande produttore manifatturiero. In tutta Europa il dibattito sulle politiche industriali negli ultimi anni è stato intenso e ricco. Questo non accade in Italia. Il dibattito è modesto. L'azione pubblica è stata in genere debole. Certamente, nel panorama italiano degli ultimi anni qualcosa si è mosso. Ma non è emersa una strategia. Molte misure appaiono di rilevanza limitata e discontinue. Il totale degli interventi è contenuto. A confronto con gli altri grandi partner europei, alla politica industriale italiana sembrano mancare una visione del futuro dell'industria, che orienti l'azione delle imprese; e un centro decisionale dotato di potere di intervento e di capacità tecnica di alto livello. Questo libro - prodotto di una ricerca di Astrid avviata ai primi segni di ripresa dopo la crisi - cerca di dare qualche contributo alla definizione di una politica industriale per l'Italia. Nell'economia contemporanea, si sostiene, è difficile fare a meno di un ruolo catalizzatore dell'intervento pubblico. Occorrono politiche e progetti per affrontare le grandi sfide del cambiamento climatico, dell'invecchiamento della popolazione, della rivoluzione tecnologica e digitale.