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"Sto ancora imparando da lui e dalla sua opera": queste parole di Isaac B. Singer, Premio Nobel 1978, costituiscono la migliore introduzione alle opere del fratello Israel J. Singer. Il lettore italiano, che ha apprezzato opere di questo scrittore come "La famiglia Karnowski", "I fratelli Ashkenazi", "La pecora nera", rimarrà incantato dalla forza e dalla varietà tematica dei suoi racconti. D'altra parte, come molti degli scrittori yiddish, Singer ha conosciuto la prima celebrità come autore di storie brevi: "Perle", scritto nel 1919 e pubblicato a Varsavia sulla rivista modernista "Ringen" nel 1921 ha infatti preceduto di tredici anni il successo del romanzo "Yoshe Kalb". E fu proprio "Perle" che attrasse l'attenzione di Abraham Cahan, potente editore del quotidiano newyorkese in yiddish "Forverts" sul quale Singer pubblicò molti scritti, e che gli assicurò la notorietà negli Stati Uniti e poi in Europa, ove Claudio Magris lo ha definito come "ultimo 'classico' della letteratura yiddish, e quindi uno degli ultimi classici del romanzo di stampo ottocentesco".