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Questa prima antologia italiana di Viktor Krivulin è rappresentativa dell'opera di una tra le personalità più carismatiche della Russia del secondo Novecento, testimone e partecipe del trapasso dalla realtà culturale sovietica a quella russa contemporanea. Sin dagli esordi, Krivulin si lascia ispirare dalla sua "città-musa", quella Leningrado-Pietroburgo dal passato drammatico e dal vissuto quotidiano austero che lo consegna all'universo sotterraneo della letteratura non conformista. Negli anni Settanta, i suoi versi intrisi di lirismi, slanci metafisici e quesiti storiosofici si nutrono di letture semiclandestine, forgiate nel prolifico underground culturale e diffuse in samizdat. Durante la Perestrojka si fa più nitido il motivo civile, il poeta è parte attiva del processo di democratizzazione del paese e nel 1991 è tra i promotori del ritorno al nome originario della città di San Pietroburgo. A partire da questo simbolico crocevia, l'ultimo Krivulin associa all'inclinazione culturologica una scrittura mutevole e imprevedibile; come in "Concerto a richiesta", la raccolta che dà il titolo alla presente antologia, dove alle suggestioni decadenti della Russia tardonovecentesca si sovrappongono l'esperimento linguistico, la decostruzione formale, la citazione estemporanea e una sempre meno velata ironia.