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L'Italia possiede un patrimonio artistico, paesaggistico e culturale immenso, espressione di un territorio complesso e pertanto molto difficile da amministrare. Negli ultimi anni si sono succedute molte riforme del Ministero per i Beni e le attività culturali. Ma nessuna è stata in grado di fornire risposte concrete alle inefficienze organizzative dell'intero sistema. L'attuale crisi economica e finanziaria può rappresentare una opportunità. La scarsità di risorse è un problema, ma può costituire un'occasione imperdibile per rinnovare una policy, quella riguardante i beni culturali del nostro Paese, che non ha dato i risultati sperati. Lungi dall'addentrarsi ancora in dispute inconcludenti fra tutela e valorizzazione, fra pubblico e privato, fra centralismo e decentramento, la ricerca di Astrid individua e affronta le principali questioni legate oggi al sistema dei beni culturali: dalla tutela, che deve essere attiva e capace di integrarsi con le esigenze di sviluppo del territorio, a prescindere dalla proprietà pubblica o privata del bene, ai restauri, divenuti ormai la principale attività a scapito della prevenzione e della valorizzazione; dalla cura delle cose, invece che dei contesti, alla musealizzazione che ha di fatto cannibalizzato ogni altra forma di fruizione del patrimonio; dall'inadeguatezza della struttura organizzativa di modello ministeriale, al tentativo di individuare possibili forme gestionali differenti e innovative. Prefazione di Marco Cammelli.