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"Chi sono i sensibili, o che cosa? E perché Olivieri, un poeta, sente che deve difenderli? Olivieri in questa sua elaboratissima, sfiancata e pur tenera e vivida prova fa un altro passo verso la perdita del pudore, destino degli artisti. E non tanto del pudore circa le privatissime e inconfessabili cose, dacché in questo libro si danno molte pagine e delicatissime confessioni. La perdita del pudore no, non riguarda se stesso, né la galleria di affetti e di separazioni che qui Olivieri allinea con delicatezza e ossessione, tessendo fili tra generazioni della sua famiglia. Riguarda la visione del mondo, la sfida, temeraria e al tempo stesso umile che un artista finisce sempre per lanciare al mondo che lo circonda. Pensare di archiviare questo libro di affetti e di ferite come diario lirico di un uomo che diventa padre, perde la madre e ricorda il padre, sarebbe una amputazione pavida. Riccardo è poeta coscientissimo dell'epoca in cui viviamo, avendo sulla pelle i segni delle due caratteristiche, i due morsi principali: epoca dell'ansia, ed epoca del possesso..." (dalla prefazione di Davide Rondoni). Con uno scritto di Massimo Morasso.