Tab Article
Tutti sappiamo bene che, in un libro contemporaneo di poesia, non è affatto consueto poter riconoscere - come accade invece ne "La mattina dopo" - che l'io narrante coincide con quello di una lettrice accanita, non di rado sorpresa in re: accade più spesso non solo che gli echi intertestuali vengano accuratamente mimetizzati, ma anche che la 'prepotenza' espositiva della voce autoriale dimentichi la sua essenza naturalmente dialogica. In effetti, il rapporto che Stefania intrattiene con il pantheon degli autori e delle autrici che costituiscono il suo universo di lettura è un rapporto mai di semplice omaggio, bensì di trasformazione inesausta e di conversazione diretta: dagli echi dell'Anne Sexton tradotta in un recente passato fino alla figura, qui incorporata anche nella sua avventura biografica, di Iosif Brodskij, dallo stimolo etico ed epistemologico dovuto al pensiero fecondo di Martha Nussbaum fino all'autoidentificazione con il personaggio dantesco di Piccarda Donati, la varietà delle voci conduce a una prospettiva realmente pluriprospettica, che scioglie l'io (o gli 'ii', come felicemente si azzarda a un certo punto) da ogni sospetto di solipsismo narcisistico... Prefazione di Alberto Bertoni.