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"Speranza mia", "Speranza amatissima". Così Garibaldi si rivolge a Marie Espérance von Schwartz, la donna che tra slanci, crisi e riavvicinamenti gli fu vicina per diciotto anni dopo la morte di Anita. In un rapporto complesso, che alterna amore, sincera amicizia e reciproco interesse, sullo sfondo dell'Europa delle rivoluzioni nazionali, emerge - documentato dal più ampio epistolario garibaldino conosciuto - un ritratto profondo del Garibaldi della maturità, con il suo carico di generosità e di illusioni, ma anche di stanchezze e disincanti. Ed al suo fianco, il ritratto affascinante di un personaggio femminile di grande personalità, emblematico del cosmopolitismo della cultura europea del tempo e, nella sua professione di giornalista, tra i primi esempi di indipendenza femminile. Tutti aspetti messi in luce dalla prefazione di Natalia Aspesi.