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Incapace di superare un divorzio e la conseguente perdita del grande amore della sua vita, Sebastiàn sprofonda in una crisi sempre più cupa che lo paralizza in una sorta di immobilità permanente, mentre trascorre le giornate cercando di perfezionare una traduzione altrui di poesie di William Blake e, soprattutto, in una ossessiva analisi della propria persona, del senso della propria esistenza. Sebastiàn è uno scrittore; ha conosciuto il successo, è rappresentato da agenti letterari, viene chiamato per un giro di conferenze su un autore a lui prediletto come Robert Walser. Eppure tutto questo non ha più alcuna importanza: Sebastiàn ormai parla solo d'amore, perché è solo attraverso l'insensatezza dell'amore che l'insensatezza del mondo e delle nostre azioni quotidiane diventa in qualche modo accettabile. L'azione si svolge in una sola notte, in occasione di un ballo all'Ambasciata svizzera; ma in realtà tutto avviene sulla soglia di quella notte e di quel ballo, dove Sebastiàn si reca con una donna affascinante, Monica, e dove incontra un personaggio, Christian, che è il suo opposto e proprio per questo vicino al suo alter ego sognato: quel Ramon Alava, campione di polo, "tipo petulante e sexy" che Sebastiàn si è inventato quasi a compensazione di una vita spesa all'insegna della scrittura. In una notte in cui sembra non accadere nulla, tutto in realtà per Sebastiàn accade, perché finalmente capisce che la vita non si ferma ad aspettarci e che dunque dovrà amare di nuovo.