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Luis Cernuda è, fra i grandi poeti spagnoli della Generazione del '27, quello che forse continua più degli altri a esercitare un'influenza centrale sulla poesia spagnola dei nostri tempi, più ancora di poeti più tradotti e conosciuti come Federico Garcìa Lorca, Rafael Alberti e Pedro Salinas. Anche se l'importanza della sua opera va ricercata soprattutto nella produzione poetica, sarebbe tuttavia ingiusto sottovalutare le sue pur rare prove narrative, fra le quali un posto preminente occupano i due racconti riuniti nel presente volume, "Il vento sulla collina" (1938) e "Il sarao" (1942). Emergono, anche qui, i temi prediletti di Cernuda: l'ammirazione per la bellezza fisica con le sue conseguenti pulsioni erotiche; l'orrore per la vecchiaia e la morte; la pietas per la vanità umana; la tendenza alla vita contemplativa e all'indolenza, insieme a una sensualità panteistica che vede nella fusione con la natura l'unico modo - insieme all'amore e forse alla musica - per recuperare il paradiso perduto.