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Scritto tra la fine di dicembre del 1922 e il febbraio del 1923, durante il periodo di clausura che Majakovskij si era imposto - anche grazie all'aiuto di Lilja Brik, che evitò in quel periodo perfino di telefonargli - per riflettere a fondo su se stesso e sulla sua opera, "Di questo" rappresenta certamente uno dei culmini della poesia del grande poeta russo, tanto che egli stesso lo considerava "per me, forse, e per tutti gli altri, la cosa di maggiore e migliore elaborazione" che avesse scritto. Il tema, secondo le parole dello stesso Majakovskij, è il vivere quotidiano, "quel vivere in cui niente cambia, che si manifesta oggi come il nostro peggior nemico e che fa di noi dei filistei"; quel vivere che, organizzato secondo i valori più meschini della vita borghese, minaccia quanto c'è di più alto nella vita dell'uomo, la sua capacità di amare e di essere amato. Da questo punto di vista, "Di questo" dedicato a Lilja Brik, ma non solo a Lilja Brik: "a lei e a me" recita letteralmente la dedica, come a definire due entità tanto inseparabili quanto distinte - è anche un lungo poema d'amore, un itinerario verso la donna amata e verso il più assoluto dei sentimenti umani.