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«Tra i poeti della sua generazione Emilio Zucchi è sicuramente uno dei più interessanti. Lo pensavo già dopo la lettura del suo primo libro "Il pane", soprattutto per due ragioni - che tornano nettamente a imporsi qui, "Tra le cose che aspettano" -, e cioè per l'energia compressa della sua parola e per la sua esattezza, qualità che emergono immediatamente di fronte al suo verso, controllatissimo e denso. Il nuovo libro, in parte anticipato l'anno scorso nel nuovo "Almanacce dello Specchio", apre ulteriormente il ventaglio di prospettive e di territori da esplorare di Zucchi. Emerge subito la sua capacità di muoversi reattivo - e per certi aspetti giustamente insofferente -nella contemporaneità, fino a comporre sequenze di netta impronta civile, nelle quali circolano ben vivi i suoi umori -umori forti - senza che mai l'autore si lasci andare ad accenti enfatici o superficialmente indignati. La sua voce è potente, il sentimento delle cose profondo ...» (Dalla prefazione di Maurizio Cucchi).