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Un racconto particolarmente insolito di uno scrittore sempre insolito: Thomas de Quincey (1785-1859), autore di almeno due opere che lo hanno reso celebre: le Confessioni di un mangiatore d'oppio e L'assassinio come una delle belle arti; e un racconto per certi versi agghiacciante, che ricostruisce il caso di una serie di mostruosi delitti avvenuti ai primi dell'Ottocento in una piccola città della provincia tedesca. Colpisce però, in questo racconto, non solo la maestria con cui lo scrittore svela passo passo l'orrenda trama mischiandola con una bellissima storia d'amore; ma anche la puntigliosità quasi da cronista con cui De Quincey ricostruisce l'ambiente in cui la storia si svolge, fino a svelare le tracce di un antisemitismo più o meno strisciante che doveva essere una delle prime, principali cause dell'inesorabile vendetta.