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Il racconto 'Un cuore debole', del 1848, appartiene alla produzione giovanile di Fédor Dostoevskij (1821-1881), in quegli anni fortemente attratto dagli ideali del socialismo utopistico. Tuttavia, come ha scritto Maria Bianca Luporini, "rispetto a tutti gli altri racconti 'umanitari' di Dostoevskij la novità, colta con grande finezza psicologica, consiste nel fatto che a scatenare la fissazione melanconica, e poi la pazzia del protagonista, non è un avvenimento drammatico..., bensì una felicità troppo grande". E in ciò il personaggio di Vasja Sumkòv, una delle più perfette creazioni di Dostoevskij, va a collegarsi idealmente al personaggio di Nastasja Filìppovna, che ne 'L'idiota', vent'anni più tardi, affronterà un analogo destino.