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Renato Minore usa la parola come strumento di comunicazione sensoriale per accogliere gli inaspettati, luminosissimi doni di un misterioso vento notturno, di un ammaliamento che ravviva lo sguardo più di ogni struggente e sofferta interpretazione. Nella notte che scivola sui tetti, ecco il ricordo di un sogno, il sogno di un ricordo, un lampeggiamento psichico.