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Il volume documenta l'opera di Katsutomi Horiki (1929-2021), artista colto e raffinato, nato a Chuma, Matsuzaka, nella prefettura di Mie, in Giappone. Dopo la laurea in Ingegneria, si trasferisce in Italia per dedicarsi totalmente alla pittura. Frequenta l'Accademia Albertina di Torino, esordendo con opere caratterizzate da segni astratti, da lui definiti "impronte", che collocava in vasti campi bianchi o neri. Dagli anni ottanta torna quindi a impostare la sua pittura sul colore con un ciclo di dipinti ispirati a Piero della Francesca, Storia della Vera Croce, mentre dagli anni novanta lavora su temi ripresi dall'Odissea. Della sua pittura Horiki scrive: "Cerco un linguaggio universale per parlare con me stesso e con gli altri, per capire il mio essere e fare capire come penso, quindi come sono, ad altri, per confrontare e correggere la mia rotta. Anche a costo di fare una lunga tortuosa strada. [...] La mia vita è la mia opera".