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Immaginiamo di poter fissare sull'acqua le scie delle imbarcazioni che da millenni solcano il Mediterraneo, con il loro sconfinato bagaglio di ricchezze e tragedie, di speranze e delusioni. Avremmo miliardi di segni che come infiniti fili di un'unica trama racconterebbero di grandi popoli e del loro declino, di nobili e marinai, di emigranti e pescatori, di eroi e miti. Lino Tardia, siciliano di Trapani e nipote di un Rais di tonnara, ha nutrito per più di cinquanta anni la propria ricerca pittorica con le contraddizioni del mare. Essere testimone di drammatici eventi novecenteschi e allo stesso tempo tutt'uno con una cultura antica è l'essenza delle sue opere dove, con tecniche tradizionali e allo stesso tempo innovative, affiorano come spume le visioni del suo Mare della memoria.