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Vincenzo Castella si è recato a Berlino, per la prima volta, tra l'agosto e il settembre 1989, senza immaginare che in quella città si stava preparando una svolta epocale, con l'imminente caduta del Muro, il 9 novembre 1989. Il volume presenta gli scatti di quel soggiorno. Un ciclo fotografico che, pur presentandosi come una "divagazione, un esperimento dagli esiti aperti" come spiega Frank Boehm nel volume, rispetto ai temi della sua ricerca di allora, si inserisce compiutamente in quella più ampia riflessione sul paesaggio, inteso come contesto costruito e modificato dall'uomo, che è anche il filo conduttore di tutta la sua produzione. Per i lettori di oggi, non solo un documento visivo che, attraverso una ripresa silenziosa ed essenziale, ci consegna uno spaccato di come appariva la città prima che la storia intervenisse a reciderne i confini, ma anche un tassello per avvicinare e approfondire il lavoro di uno dei più apprezzati maestri della fotografia contemporanea.