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"Selim Abdullah [...] conserva la tensione esistenziale nella bellezza (quindi nella luce) del disegno, nella materialità e nella forma delle sue opere. La sua arte si bilancia sul crinale che sta tra l'inquietante e il glorioso - come se egli nell'atto artistico, nel processo di lavoro, per tutti noi, ma soprattutto per le vittime della Storia, potesse dare forma al momento in cui il destino è superato, o avrebbe potuto esser vinto. E sia pur solo per questo che, seduti insieme, come in un rituale arcaico, si tace e si aspetta: Attesa (2008) - un'attività che può essere più eroica di qualsiasi conquista, di qualsiasi impresa ardita generatrice di ripetuti disastri."