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Faccine o emoji che comunicano l'emozione del momento, software in grado di riconoscere un volto, di ricostruirne o manipolarne i tratti somatici: sono esperienze che caratterizzano la società tecnologica contemporanea, ma che hanno radici profonde nel passato. Da sempre, infatti, il volto è lo "specchio dell'anima" e viene esplorato come luogo privilegiato su cui si disegnano i caratteri e le emozioni dell'uomo. È quello che ha fatto la fisiognomica, una "pseudoscienza" che sin dall'antichità ha intrecciato i suoi percorsi con ambiti molto differenti tra loro. Alla fisiognomica è dedicata una preziosa collezione del Museo Nazionale del Cinema che ha ispirato una mostra e questo volume: cinque secoli di dialogo tra arte della rappresentazione e arte della recitazione e, parallelamente, un inevitabile confronto con l'universo tecnologico e digitale di oggi.