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Il volume è dedicato ad Antonio Fontanesi (1818-1882), indiscusso protagonista della pittura dell'Ottocento italiano ed europeo. L'obiettivo è documentarne la fortuna critica, per cogliere l'influenza che ha avuto sugli artisti riconosciutisi, nel corso del Novecento, nel suo particolare approccio alla natura e al paesaggio, ma anche i suggestivi tramandi dell'esperienza romantica che la critica ha voluto ritrovare nell'arte degli anni Cinquanta. Una chiave di lettura che riprende e rilancia spunti emersi in questi ultimi anni con l'ambizione di offrire una riflessione sui momenti decisivi della lezione del maestro reggiano: la riscoperta da parte dei divisionisti tra il 1892 e il 1915, con opere di Giuseppe Pellizza da Volpedo, Vittore Grubicy, Angelo Morbelli; la rilettura della sua poetica negli anni Venti, con Carlo Carrà, Felice Casorati, Arturo Tosi; sino a giungere all'interpretazione di Roberto Longhi e Francesco Arcangeli che tra il 1952 e il 1954 collega all'eredità romantica gli artisti dell'ultimo naturalismo, in particolare Pompilio Mandelli, Ennio Morlotti, Mattia Moreni, Sergio Romiti, spingendosi, sia pure in accezione distinta, fino ad Alberto Burri.