Tab Article
Paroliere, filologo, artiere, fabbro, condottiero, politico, teatrante, gioielliere, giocoliere, auronauta, eternauta, arringatore, erotomane, miliziano, dandy, avventuriero, monaco, araldo, veggente, profeta, poeta. Profumiere, naturalmente. O meglio, aromatiere. Odorarius magister. Così il Vate è chiamato dal dottor cavalier Mario Ferrari della Farmacia Internazionale di Gardone Riviera, in una lettera del 4 marzo 1925 che ne magnifica la potente disposizione olfattiva, sguazzante di ebbrietà; visto che tutto - ma proprio tutto - era indispensabile al vivere inimitabile del suo mitridatico corpo. In omaggio all'Imaginifico, ecco dunque l'Odorarius Mirabilis. Tra visibile e invisibile, sacro e profano. Una sorta di sancta sanctorum in cui si profila la sintesi del gesto e del genio: estetico, collezionistico, letterario, erotico, sentimentale, liturgico. L'archivio degli odori discende da tutti gli snodi - carnali o trascendenti - in cui i profumi sprigionano la loro estatica malìa. Come fossero musica. Profluvi di rose inebrianti, gigli soprannaturali, giunchiglie innamorate, gardenie incandescenti, tuberose desiderabili. Odori d'ambra, di muschio e di rugiada; di sacrestia, cuoio, anticaglie. Remoti come liquori di cent'anni o freschi come perle fiumane. Per d'Annunzio il profumo è tutto e tutto è nel profumo. Percorso scenografico di Pier Luigi Pizzi.