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Dal disegno all'opera compiuta: con la sapiente guida di Francois Macé de Lépinay, è possibile per la prima volta ricostruire il percorso creativo di Giovanni Battista Salvi, detto il Sassoferrato, che nella Roma barocca visse lontano dai clamori del mondo dell'arte, lavorando con la lena di un artigiano dedito soprattutto alla realizzazione di immagini di devozione che gli valsero il titolo di "pictor virginum". I saggi contenuti nel volume consentono di conoscere come l'artista abbia conseguito il suo stile inconfondibile - muovendo dal contesto locale per poi approdare nell'urbe, dove fu a contatto con Domenichino -, quali furono i committenti che si avvalsero del suo pennello e quale influsso le sue opere abbiano avuto nel corso del XIX secolo sugli esponenti del purismo e sui nazareni. Ne emerge l'immagine di un artista che con straordinaria coerenza fece propria la lezione di Raffaello per conseguire quella idealizzazione che anche nei rari ritratti si esprime attraverso una stesura pittorica meditata e attenta, ben evidente già negli studi preparatori, estranea tanto alla teatralità barocca quanto al naturalismo caravaggesco.